Lettere di sant ignazio di antiochia
Sant'Ignazio di Antiochia
Publisher: EDIZIONI SAN LORENZO
Summary
Le lettere di Ignazio mandate a noi da lui, e quante altre avevamo presso di noi, ve le mandiamo, come richiedeste: sono accluse a questa lettera, e ne potrete trarre grande giovamento. Contengono infatti fede e pazienza e ogni edificazione che si riferisce al nostro Signore ...». Così si legge nella lettera di Policarpo di Smirne ai Filippesi, in un capitolo (13) che si presenta come la più antica testimonianza relativa all’epistolario ignaziano, costituito dalle sette lettere di cui ci parla Eusebio nella sua Storia Ecclesiastica (3,36). (Esistono anche due recensioni tardive, una ampliata, nel numero e nell’estensione delle lettere, ed una abbreviata; quella media «eusebiana» porta caratteri di autenticità che si possono ben considerare convincenti: le obiezioni che anche di recente sono state riproposte non bastano ad infirmare alcuni preponderanti argomenti a favore di una datazione intorno al secondo decennio del secondo secolo). Cercando di mettere in rilievo almeno qualche motivo centrale dell’epistolario, diciamo subito; Ignazio è, per eccellenza predicatore dell’unità (in Filad. 8,1 si presenta come un uomo fatto per l’unione); Ignazio supplica i Romani (Rom. 6,3): Lasciatemi essere imitatore della passione del mio Dio. S. Ignazio, con il suo messaggio e la sua vita, ci pone in contatto diretto con il mistero di Cristo, la sua persona, la sua umanità, la sua storia e ci traccia, una volta per sempre la via sicura, diritta ed oggettiva, per entrare ed immergerci nel cuore del mistero pasquale: «fuoco e croce, lotta con le belve, lacerazioni, divisioni, dispersioni di ossa, duri flagelli, solo che io raggiunga Gesù Cristo» (Romani V,3). «Allora sarò veramente discepolo di Gesù Cristo, quando il mondo non vedrà neppure il mio corpo» (Romani 4,2) «là giunto, sarò uomo» (Romani 6,2) «vivo, amando morire» (Romani 7,2)