C'è troppo silenzio? - La bellezza della Messa Tridentina spiegata ai miei studenti
Corrado Gnerre
Editorial: Chorabooks
Sinopsis
Carissimi, non lo dico con tono di rimprovero, perché tutto sommato non è colpa vostra, ma l’ignoranza che avete sul piano religioso è davvero “crassa”, mi verrebbe da dire anche “grassa” visto lo spessore da far invidia ai più accaniti frequentatori di fast-food…ma lasciamo perdere. Vi dico subito che trovare un ragazzo della vostra età che sappia davvero cos’è la Messa è come trovare qualcuno tra i campetti di periferia capace di fare un tunnel a CR7 (e penso sappiate di che stoffa è fatto CR7). Insomma, niente di niente. Neppure tra i ragazzi che solitamente frequentano oratori. Anzi, fra questi è molto più probabile che non si azzecchi la risposta, visto che proprio lì, nelle parrocchie, c’è stato un vero occultamento del senso autentico della Messa. E allora vi dico subito una cosa. Parto “sparato”, come si suol dire dalle mie parti: c’è una bellezza che riguarda la celebrazione della Messa che solitamente non viene evidenziata; e cioè che in essa vengono sospese le categorie dello spazio e del tempo. Sì, avete capito bene: le categorie dello “spazio” e del “tempo”. Vi ricordate la saga di Ritorno al futuro? La possibilità di viaggiare nel tempo è sempre stato un sogno di tutti. Andare nel passato o lanciarsi nel futuro, veramente, concretamente e non solo con l’immaginazione. Ebbene, la Messa è questo. Prendere una macchina di questo tipo, accendere i motori, e viaggiare nella storia per andare, non con l’immaginazione, bensì veramente, ad atterrare sul Calvario ai piedi della Croce di Cristo. Con a fianco un’ottima (anzi la migliore) compagnia: la Mamma di Gesù, le Pie Donne e il buon San Giovanni, unico maschio che decise di accompagnare coraggiosamente il Maestro fino al patibolo e non come fecero gli altri che si dissolsero pavidamente. Anche se poi ebbero il tempo per rifarsi. Ma torniamo alla Messa come macchina del tempo. Vi meravigliate? State pensando come sia possibile una tal cosa. Sembra una favoletta. No, vi dico: non solo non è una favola, ma è anche perfettamente logico. Seguite il mio ragionamento e capirete...(Corrado Gnerre)