¡Acompáñanos a viajar por el mundo de los libros!
Añadir este libro a la estantería
Grey
Escribe un nuevo comentario Default profile 50px
Grey
Suscríbete para leer el libro completo o lee las primeras páginas gratis.
All characters reduced
Castello in mezzo al lago - cover

Castello in mezzo al lago

Constance Fenimore Woolson

Editorial: Elliot

  • 0
  • 0
  • 0

Sinopsis

Al centro del Lago Michigan, nella selvaggia e vastissima regione dei Grandi Laghi, vive un oscuro individuo. Nessuno sa chi sia, né da dove arrivi. Nessuno conosce il suo passato. Abita in una sorta di castello nel nulla, dove il misterioso personaggio ha ricreato un mondo primordiale al riparo dai mali della civilizzazione, insieme a una ragazza, allevata come una figlia, e a un'anziana domestica di colore. Ma chi è realmente quest'uomo? Cosa si nasconde dietro questa strana utopia galleggiante? Opera chiave nell'evoluzione letteraria di Constance Woolson, "Il castello in mezzo al lago", pubblicato nel 1875, fu il suo primo tentativo di staccarsi dal naturalismo americano del secondo Ottocento. La Woolson, che fino a quel momento si era fatta notare come autrice di appunti di viaggio e di racconti apprezzati proprio per le tinte di crudo realismo, scrisse una favola estraniante, allegorica, fantastica, che sfidava non solo il realismo ma la realtà stessa, e che fece di lei - a detta dei biografi - "la più anticonvenzionale delle scrittrici americane”.
Disponible desde: 26/01/2015.

Otros libros que te pueden interesar

  • Tutto per bene - cover

    Tutto per bene

    Luigi Pirandello

    • 0
    • 0
    • 0
    La signorina Silvia Ascensi, venuta a Roma per ottenere il trasferimento dalla Scuola normale di Perugia in altra sede – qualunque e dovunque fosse, magari in Sicilia, magari in Sardegna – si rivolse per ajuto al giovane deputato del collegio, onorevole Marco Verona, che era stato discepolo devotissimo del suo povero babbo, il professor Ascensi dell’Università di Perugia, illustre fisico, morto da un anno appena, per uno sciagurato accidente di gabinetto. 
                Era sicura che il Verona, conoscendo bene i motivi per cui ella voleva andar via dalla città natale, avrebbe fatto valere in suo favore la grande autorità che in poco tempo era riuscito ad acquistarsi in Parlamento. 
                Il Verona, difatti, la accolse non solo cortesemente, ma con vera benevolenza. Ebbe finanche la degnazione di ricordarle le visite che, da studente, egli aveva fatto al compianto professore, perché ad alcune di queste visite, se non s’ingannava, ella era stata presente, giovinetta allora, ma non tanto piccolina, se già – ma sicuro! – se già faceva da segretaria al babbo…
    Ver libro
  • Mastro-don Gesualdo - cover

    Mastro-don Gesualdo

    Giovanni Verga

    • 0
    • 0
    • 0
    Ambientato in Sicilia in periodo risorgimentale e considerato uno dei capolavori di Verga, "Mastro-don Gesualdo", pubblicato nel 1889, narra la vicenda di Gesualdo Motta, che riesce ad elevarsi dalla posizione di umile manovale a quella di ricco proprietario terriero. Sullo sfondo di un rivolgimento sociale che vede la nobiltà in decadenza lasciar posto ad una classe di nuovi ricchi, il protagonista del romanzo riesce perfino a guadagnarsi il titolo di nobile, "don" grazie al matrimonio con Bianca Trao, che acconsente suo malgrado alle nozze, sia per salvare la famiglia in gravi difficoltà economiche, sia per "riparare" ad una precedente relazione amorosa con un cugino. Ma Gesualdo, autentico eroe moderno, una sorta di "gigante" in continua lotta contro tutto e tutti, si ritroverà ad essere disprezzato dai parenti della moglie, invidiosi delle sue ricchezze, odiato dalla figlia a causa delle sue umili origini e disprezzato dagli stessi compaesani, i quali durante i moti del 1848, si rivolteranno contro di lui. Morirà solo, abbandonato da tutti, disperato per non poter portare con sé nell'al di là, la "roba" alla quale aveva dedicato tutta la sua vita.
    Ver libro
  • Noi - cover

    Noi

    Evgenij Zamjatin

    • 0
    • 1
    • 0
    «...osserverei come, in tempi di internet, l’invasività dei mezzi di controllo preconizzata dallo scrittore nel 1919-20 rimanga — o torni — prepotentemente attuale, specie se coniugata con la lobotomia — non dirò ‘televisiva’, ma più genericamente ‘da schermo’ — a cui tutti, chi più o chi meno, siamo sottoposti o ci sottoponiamo. (...) rimarcherei che Noi — battezzato e ribattezzato più volte: antiutopia, utopia negativa, distopia o, addirittura, anti-antiutopia — conserva intatto il suo fascino di ‘ritratto futuribile’ anche qualora lo si svincoli dal contesto che gli era più cronologicamente prossimo — quello della neonata società comunista — e lo si riallacci, per esempio, a istanze di carattere fantascientifico, a noi relativamente vicine...»
    Ver libro
  • Favole di Jean de La Fontaine: Libro 03 - cover

    Favole di Jean de La Fontaine:...

    Jean de la Fontaine

    • 0
    • 0
    • 0
    Nei 12 volumi delle "Favole" (1669 - 1693) Jean de La Fontaine rinnovò la tradizione esopica, rappresentando la commedia umana. Quest'opera dimostrò il suo amore per la vita rurale e attraverso animali simbolici ironizzò sulla vita della società dell'epoca.  
    In the 12 volumes/books of "Favole" (1669 - 1693) Jean de La Fontaine renewed Aesop's tradition, representing the human comedy. This demonstrated his love for country life and by symbolic animals he ironized about his current years society's life. (Summary by Paolo Fedi)
    Ver libro
  • La mano del malato povero - cover

    La mano del malato povero

    Luigi Pirandello

    • 0
    • 0
    • 0
    Eppure è raro che almeno una volta, in un momento felice, non sia avvenuto a ciascuno di vedere all’improvviso il mondo, la vita, con occhi nuovi; d’intravedere in una subita luce un senso nuovo delle cose; d’intuire in un lampo che relazioni insolite, nuove, impensate, si possono forse stabilire con esse, sicché la vita acquisti agli occhi nostri rinfrescati un valore meraviglioso, diverso, mutevole.
    Ver libro
  • Mentre il cuore soffriva - cover

    Mentre il cuore soffriva

    Luigi Pirandello

    • 0
    • 0
    • 0
     Cominciarono le dita della mano sinistra. Prima, il mignolo che, come il più piccolo, era anche il più irrequieto, e sempre era stato un tormento per il povero languido anulare che aveva la sventura di stargli vicino; ma un po’ anche per le altre tre dita. 
                Buffo di forma, con l’ultima falangetta attaccata male, storta in dentro, dura, quasi inflessibile, pareva un dito col torcicollo fisso. 
                Ma di questo difetto non s’era mai afflitto. Anzi se n’era sempre servito per non lasciare in pace un momento i suoi compagni di mano e, quasi se ne gloriasse, spesso anche si levava ritto, come per dire a tutti: 
                «Ecco, vedete? sono così!».
    Ver libro