Cantate inni con arte e con suono melodioso - Riflessioni sulla tradizione romana e sul coro della Cappella Sistina
Aurelio Porfiri
Casa editrice: Chorabooks
Sinossi
La Cappella Sistina, si dice spesso, è il coro del Papa. Questo è vero ma non dice tutto. Cioè la Cappella Sistina serve le celebrazioni liturgiche celebrate dal Santo Padre, ma non è il coro di questo o quel Papa, ma è il coro che serve l’istituzione papale stessa. Il Quirinale è a servizio del presidente della repubblica, ma non è di proprietà di Sergio Mattarella o di qualunque altro presidente. Il Quirinale è a disposizione dell’istituzione presidenziale, non delle singole persone. Per questo, il coro è chiamato a servire le celebrazioni presiedute dal Pontefice regnante ma anche a portare avanti un patrimonio ed una eredità che gli è venuta dalla attenzione e benevolenza dei Papi precedenti e, si spera, da quelli che verranno. Avendo una funzione così speciale, questo coro dovrebbe essere considerato un modello per altri cori che cantano nelle liturgie cattoliche, non tanto e non solo per il livello tecnico (che certamente si auspica) ma anche per la speciale cura nella aderenza alla liturgia e ai testi che vengono eseguiti. La Cappella Sistina non è un coro da concerti, ma un coro liturgico. Certo può fare concerti, ma questi sono in secondo piano rispetto al suo ruolo nella liturgia. Ed è infatti un coro liturgico per eccellenza, fatto discendere dalla Schola Cantorum di papa Gregorio Magno, poi riorganizzato durante i secoli, stiamo parlando di un complesso che conta più di mille anni di storia e più di 500 anni nella sua forma attuale. In questo testo si riflette su alcune problematiche inerenti il mantenimento di una tale tradizione e come affrontare le sfide attuali basandosi sulla saggezza della Tradizione. Sommario Prefazione (Jacques Viret) In onore del coro della Cappella Sistina. Rinnovamento nella continuità. Liturgia e musica, due realtà inestricabili Progresso graduale. Universalità della musica sacra. La vocalità romana. L'anima della parola sacra che diventa arte. Conclusione.